Σάββατο 10 Απριλίου 2010

ΝΤΙΝΟΣ ΕΓΚΟΛΦΟΠΟΥΛΟΣ: ΕΝΑΣ ΜΕΓΑΛΟΣ ΛΑΜΙΩΤΗΣ ΚΑΛΛΙΤΕΧΝΗΣ


ΕΝΑΣ ΑΠΟ ΤΟΥΣ ΜΕΓΑΛΟΥΣ ΛΑΜΙΩΤΕΣ ΚΑΛΛΙΤΕΧΝΕΣ, ΜΕ ΔΙΕΘΝΗ ΠΡΟΒΟΛΗ ΚΑΙ ΔΡΑΣΗ, ΕΙΝΑΙ ΚΑΙ Ο ΝΤΙΝΟΣ ΕΓΚΟΛΦΟΠΟΥΛΟΣ 'Η COSTANTINO EGO ΟΠΩΣ ΗΤΑΝ ΤΟ ΟΝΟΜΑ ΜΕ ΤΟ ΟΠΟΙΟ ΕΓΙΝΕ ΓΝΩΣΤΟΣ ΠΑΓΚΟΣΜΙΑ. ΓΕΝΝΗΘΗΚΕ ΣΤΗ ΛΑΜΙΑ ΤΟ 1918 ΚΑΙ ΓΡΗΓΟΡΑ ΞΕΧΩΡΙΣΕ ΓΙΑ ΤΙΣ ΦΩΝΗΤΙΚΕΣ ΤΟΥ ΙΚΑΝΟΤΗΤΕΣ. ΤΗ ΔΕΚΑΕΤΙΑ ΤΟΥ '50 ΒΡΕΘΗΚΕ ΣΤΗΝ ΙΤΑΛΙΑ ΚΙ ΕΚΕΙ ΕΧΤΙΣΕ ΜΙΑ ΣΠΟΥΔΑΙΑ ΚΑΙ ΠΟΛΥΧΡΟΝΗ ΔΙΕΘΝΗ ΚΑΡΙΕΡΑ ΩΣ ΒΑΡΥΤΟΝΟΣ. ΤΡΑΓΟΥΔΗΣΕ ΠΟΛΛΕΣ ΚΛΑΣΣΙΚΕΣ ΑΛΛΑ ΚΑΙ ΣΥΓΧΡΟΝΕΣ ΟΠΕΡΕΣ ΜΕ ΤΑ ΠΙΟ ΣΠΟΥΔΑΙΑ ΟΝΟΜΑΤΑ ΤΟΥ ΧΩΡΟΥ. ΠΕΘΑΝΕ ΣΤΟ ΠΑΛΕΡΜΟ ΤΗΣ ΙΤΑΛΙΑΣ ΤΟ 1999. ΠΙΟ ΠΟΛΛΑ ΒΙΟΓΡΑΦΙΚΑ ΓΙΑ ΤΟ ΣΠΟΥΔΑΙΟ ΑΥΤΟ ΛΑΜΙΩΤΗ ΘΑ ΒΡΟΥΜΕ ΠΑΤΩΝΤΑΣ ΕΔΩ, ΑΛΛΑ ΚΑΙ ΣΤΟ ΒΙΒΛΙΟ ΤΟΥ ΝΙΚΟΥ ΔΑΒΑΝΕΛΛΟΥ "ΛΑΜΙΑ ΤΑ ΠΡΟΣΩΠΑ" ΜΑΖΙ ΜΕ ΑΡΚΕΤΕΣ ΦΩΤΟΓΡΑΦΙΕΣ.

Η ΗΧΟΓΡΑΦΗΣΗ ΣΤΗΝ ΟΠΟΙΑ ΘΑ ΤΟΝ ΑΚΟΥΣΟΥΜΕ ΕΓΙΝΕ ΤΟΝ ΙΑΝΟΥΑΡΙΟ ΤΟΥ 1959 ΣΤΗΝ ΝΕΑ ΥΟΡΚΗ . ΤΡΑΓΟΥΔΑ ΤΟ ΡΟΛΟ ΤΟΥ ΕRNESΤΟ ΣΤΗΝ ΟΠΕΡΑ ΤΟΥ ΜΠΕΛΙΝΙ "Ο ΠΕΙΡΑΤΗΣ" (IL PIRATA), MAZI ME THN MΑΡΙΑ ΚΑΛΛΑΣ (IMOGENE) ΚΑΙ ΑΛΛΟΥΣ ΛΑΜΠΡΟΥΣ ΚΑΛΛΙΤΕΧΝΕΣ (REGINA SARFATY, PIER MIRANDA FERRARO, GLADE PETERSON, CHESTER WATSON).

ΓΙΑ ΝΑ ΔΙΕΥΚΟΛΥΝΟΥΜΕ ΤΟΥΣ ΑΝΑΓΝΩΣΤΕΣ ΤΟΥ ΜΠΛΟΓΚ ΠΑΡΑΘΕΤΟΥΜΕ ΚΑΙ ΤΟ ΣΧΕΤΙΚΟ ΑΠΟΣΠΑΣΜΑ ΑΠΟ ΤΟ ΛΙΜΠΡΕΤΟ. ΟΠΩΣ ΕΙΠΑΜΕ Ο ΕΓΚΟΛΦΟΠΟΥΛΟΣ ΤΡΑΓΟΥΔΑ ΤΟ ΡΟΛΟ ΤΟΥ ΕΡΝΕΣΤΟ.

IMOGENE

(Aita, o cielo!)

SOLITARIO

(piano a Gualtiero)

Ardir, Gualtiero.

(si avanza)

Degli stranieri accolti
nell'ospidal tua terra, eccoti innanzi,
signore, il condottier.

ERNESTO

A me si appressi.

E sincero risponda.

(Gualtiero vorrebbe presentarsi, ed è prevenuto da Itulbo)

ITULBO

Eccomi.

IMOGENE

(Il suo disegno, o ciel, seconda.)

(Gualtiero rimane confuso fra i pirati; Ernesto osserva attentamente Itulbo)

ERNESTO

All'accento, al manto, all'armi

tu non sei di questi lidi.

GUALTIERO

(Oh furor! e ho da frenarmi?)

ITULBO

In Liguria il giorno io vidi.

ERNESTO

E tu sei?

IMOGENE

Di quello stato

capitano venturier.

ERNESTO

Quelle terre asilo han dato

a un fellone, al vil Gualtier.

GUALTIERO

Vile!

SOLITARIO

Ah! taci sconsigliato!

ITULBO

Là si accoglie ogni stranier.

ERNESTO

Ma soccorso ei vi rinviene

di navigli e di corsari...
Mi è sospetto ognun, che viene
da quei lidi, e da quei mari...
Finché meglio a me dimostro
non è il nome, e l'esser vostro,
in Caldora resterete
rispettati prigionier.

ITULBO

(Prigionieri!)

IMOGENE

(Ahimè!)

SOLITARIO

(Ti frena.)

ITULBO

Cruda legge, o duca, imponi.

(a Imogene)

Tu che sai la nostra pena,
nobil donna, t'interponi.

IMOGENE

Ah! signor... così inclemente
non ti trovi amica gente.
Da fortuna afflitti, oppressi,
infelici assai son essi;
il ritorno ai patri lidi
ai dolenti non negar.

GUALTIERO

Traditor!

SOLITARIO

Deh! taci!

ERNESTO

(dopo aver pensato)

Il vuoi?

Partan dunque al nuovo albore.

ITULBO

Generosa!... a' piedi tuoi
rendiam grazie del favore.

(tutti i pirati si prostrano ad Imogene. Gualtiero con essi)

GUALTIERO

Imogene!... un solo accento...

IMOGENE

Sorgi... oh!... dio!... non ti svelar!

(Italbo e il Solitario si volgono ad Ernesto: e egli parla sottovoce ai cavalieri. Gualtiero sorge fra i pirati e parla furtivamente ad Imogene)

[N. 9 - Quintetto]

Tutti.

[Insieme]

IMOGENE

Scostati... oh! dio! te 'l chiedo,

l'impongo a te piangendo...
l'ultimo mio congedo
abbi in tal punto orrendo.
Non ti ostinar... ti prema
del tuo mortal periglio...
della mia pena estrema,
del mio terror pietà.

GUALTIERO

Parlarti ancor per poco,

pria di partir, pretendo...
in solitario loco,
qual più tu vuoi, t'attendo...
se tu ricusi... trema...
per te, per lui, pe 'l figlio...
notte per tutti estrema
questa, o crudel, sarà.

[Insieme]

ITULBO, SOLITARIO

Osserva... ah! tutto ancora

il mio timor riprendo...
lo sconsigliato ignora
il suo periglio orrendo...

ERNESTO

Io volgo in cor sospetti,

ch'io stesso non comprendo:
all'opre loro, ai detti
giovi vegliar fingendo...

[Insieme]

ITULBO, SOLITARIO, ADELE, DAMIGELLE

A questa prova estrema

reggiam con fermo ciglio:
si asconda altrui la tema,
che palpitar ci fa.

ERNESTO, CAVALIERI

Queti esplorar ci prema

se approdi alcun naviglio:
se v'ha cagion di tema
l'acciar li preverrà.

[N. 10 - Finale]

GUALTIERO

Ebben, cominci, o barbara,

la mia vendetta.

(si muove furibondo verso d'Ernesto)

IMOGENE

(con un grido)

Ah!... io moro.

(s'abbandona fra le braccia delle sue damigelle)

ERNESTO

(volgendosi)

Che avvenne?

(accorrendo da lei)

ITULBO,

(a Gualtiero allontanandolo)

Insano! scostati.

SOLITARIO

GUALTIERO

(Oh! qual furor divoro!)

ERNESTO

Donde sì strano e subito
dolore in lei! perché?

DAMIGELLE

Egra, languente, e debole

più dell'usato forse,
tal non dovea l'improvvida
al ciel notturno esporse...

ERNESTO

Alle sue stanze traggasi.

DAMIGELLE

Vedi: ritorna in sé.

(Imogene si scuote... cerca sbigottita Gualtiero e veggendolo in distanza fra i suoi prorompe in un grido)

Tutti.

IMOGENE

Ah! partiamo: i miei tormenti

sian celati ad ogni sguardo.
Tremo, avvampo... gelo ed ardo...
gonfio in sen mi scoppia il cor.

ERNESTO

Imogene! (Quali accenti!)

Qual delirio in lei si desta?
Pena, ambascia non è questa,
ma trasporto, ma furor.

CAVALIERI

Infelice! (Quali accenti!)

Qual delirio in lei si desta?
Pena, ambascia non è questa,
ma trasporto, ma furor.

GUALTIERO

Raffrenar mie furie ardenti

la ragione invan si attenta;
all'acciar la man si avventa,
alla strage anela il cor.

ITULBO,

Vieni, fuggi, omai cimenti

co' la tua la nostra vita...
Deh! risparmia la smarrita;
ella more di terror.

SOLITARIO

DAMIGELLE

Ah! signor, sì strani accenti

tu condona a donna oppressa...
(Per pietade di te stessa
vieni, ascondi il tuo dolor!)

ΠΗΓΗ ΓΙΑ ΤΟ ΛΙΜΠΡΕΤΟ: http://www.librettidopera.it/pirata/pirata.html

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